Il mercato del sabato

Dice: “la speranza sono i giovani. Sono loro il futuro, ci aspettiamo molto da loro.” Dice: “Ci si dovrebbe indignare di più, come fanno i francesi, scendere in piazza a manifestare.”
Sono invecchiato ascoltando queste lagne. È sempre qualcun altro che dovrebbe fare qualcosa. Quando ero giovane ce la prendevamo con i grandi che ci avevano lasciato un mondo sbagliato. Ora che sono grande sento dire che dovrebbero essere i giovani a fare qualcosa di più per garantirsi un futuro. Siamo degli immensi piglianculo, capaci solo a cercare alibi. Poi arriva un Salvini qualunque, fa un giro al mercato il primo sabato del mese dicendo cose che non sa su un luogo che non conosce, e si pappa regione e capoluogo.
Hanno creato un meccanismo perfetto: la gente che vorrebbe provare a cambiare le cose non è irretita dal potere ma dai suoi stessi concittadini. È come quando fai le battaglie per reclamare giustizia, parità di condizioni, un minimo di decoro pubblico, di organizzazione, e lì sono tutti a protestare per un mondo più giusto, poi ti volti indietro e non trovi nessuno, o addirittura qualcuno che dice: ma la finisci di dare fastidio?
Sono indignato nei confronti di tutti quelli che abitano al profondo sud che votano convintamente per la lega (lettera minuscola voluta). “Il primo capoluogo del mezzogiorno a passare in mano al carroccio”: una cosa insostenibile per il mio spirito di sopportazione della realtà. Eppure è già scivolato addosso a tutti come un paio di scarpe strette che si adattano al piede camminando. Ti fanno ancora un po’ male, ma non ci fai più caso, poi arrivi a casa e trovi le bolle dietro al tallone.
Ho sempre ritenuto questa terra, amara e disgraziata, come la più semplice da governare. Tanti sommessi e sottomessi, tantissimi indifferenti. Mi è passata la voglia pure solo di pronunciarle quelle due parole che sono state la bandiera di una vita. “Cittadinanza Attiva”.
Oggi la lotta non si fa più contro chi sta in alto, ma inizia ad essere fatta contro chi sta allo stesso piano. Tra un po’ ve la prenderete con quelli che stanno nei sottoscala perché, maledetti loro, assorbono risorse. Avete già cominciato con quelli che hanno la pelle di un altro colore, ma c’è da giurarci che a breve passerete pure ai poveracci di casa nostra. Siete borghesi nell’animo, della peggiore risma. Perfino il laccio delle scarpe deve essere griffato. Vivete di una stomachevole apparenza e tralasciate completamente ogni sostanza. Perfino della beneficenza ne avete fatto una moda. Non puoi far parte di una certa élite se non hai fatto qualche azione benefica, anche se poi non te ne frega assolutamente nulla di andare a verificare come stanno veramente quei poveracci a cui hai fatto una donazione tanto per.
Me ne sono andato temporaneamente ma sto cercando di costruire le condizioni affinchè questa temporaneità diventi duratura. Sono avvilito e annichilito per come hanno ridotto la città dove sono nato e cresciuto, e stavolta non mi ci includo perché non posso dire di non aver cercato, con i miei piccolissimi occhi mortali e mezzi infinitesimamente piccoli, di dare un qualche contributo.
Ma non è servito a niente, se non a peggiorare il mio fragile umore ed aver recitato come un perfetto coglione lo scomodo ruolo di Don Chisciotte contro mulini a vento che muovono le pale sempre nello stesso modo e allo stesso modo continueranno a girare (anzi aumentano a vista d’occhio), mentre i giovani continuano ad andare via, gli anziani non hanno motivazioni per cambiare le cose e gli uomini di mezza età sono pochi e nemmeno così coesi per poter tentare.
Gli pseudo intellettuali che dovrebbero vedere più lontano, e magari aiutare a decodificare la mediocrità imperante, se li comprano a saldi il primo sabato del mese, con o senza Salvini a pontificare sul nulla.
Tutto il resto è un avvilente passaggio delle stagioni in attesa che arrivi Godot, che da queste parti si veste da Capodanno di mamma Rai e allora tutti in piazza a far finta di divertirsi alle canzoni di quattro cariatidi tirate fuori dal freezer a sorridere felici alle telecamere. Poi si penZa.