Metti una sera a Bucaletto

Metti una sera a Bucaletto. No, non è proprio una sera, è un tardo pomeriggio d’estate, ma l’estate da queste parti non è mai soltanto estate. C’è sempre una brezza leggera a far volare le carte dai tavolini, a scompigliare capelli, a smuovere anime. E questo pomeriggio le anime – strano a dirsi – sono state smosse prima di tutto dalle presenze.
Presenze e basta. A volte una presenza può cambiare il mondo, come quel ragazzo che fermò i carri armati a Piazza Tienanmen: non disse niente ma la sua presenza cambiò la storia. sai come viene chiamato in tutto il mondo quel ragazzo solo che stette lì a fermare i carri armati? Il rivoltoso sconosciuto , che pure a cercare un altro appellativo, difficile trovarne uno più bello. 
Ecco come un luogo inaccessibile diventa all’improvviso un luogo di frequentazione tra persone che stanno lì a immaginare, attraverso parole e note, altre storie, altri mondi, altre emozioni.
Un salotto sottratto al degrado allo stesso modo in cui gli olandesi hanno sottratto la terra al mare. Miracoli dell’estate, di una comunità testarda che non si arrende all’incuria, di persone che lottano – non nel senso fisico, ma soprattutto con la forza delle loro volontà, della loro voglia di sognare (come dicono spesso), con la voglia di tradurre quei sogni in minuscoli frammenti di vite da scambiare.
E così nasce un salotto in un luogo impensabile, là dove c’era cemento e abbandono oggi c’è cura e attenzione, e da quel salottino, fino a che non si fa sera e poi notte, non se ne vuole andare nessuno.
Grazie di averci permesso di stare con voi in compagnia delle cose che ci piacciono di più: una storia, qualche canzone e molti sorrisi, in un percorso che inizia con qualche suggestione e finisce con la coniugazione del verbo amore.
Notte Bianca del libro, 4 agosto 2016.